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La Sicilia in dettaglio
La Sicilia è la più grande regione italiana e la più grande isola del Mediterraneo. E' situata nel Mar Mediterraneo centromeridionale e, più precisamente, affacciata al Mar Tirreno a nord, al Mar Ionio a est, al Mar di Sicilia a sud. Essa forma un triangolo isoscele quasi perfetto, infatti gli antichi greci la chiamavano Trinacria, cioè Terra dalle tre punte. La Sicilia rappresenta il naturale prolungamento della penisola italiana: terminando a nord-est con la punta (o capo) del Faro, presso Messina, a ovest con il Capo Boeo o Lilibeo, presso Marsala (in prov. di Trapani), a sud-est con il Capo Passero. |
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Le colline, che invece, coprono la maggior parte del territorio e costituiscono l'aspetto più tipico della regione. Hanno la forma di dolci ondulazioni o di vasti tavolati, incisi nelle vallate dei fiumi. I corsi d'acqua, inoltre, avendo una alimentazione legata solo alle pioggie, hanno un regime assai irregolare, con piene d'inverno e all'inizio della primavera e soprattutto magre estive molto marcate. Buona parte dei corsi d'acqua della Sicilia sono delle fiumare cioè torrenti dai larghi letti ghiaiosi completamente asciutti nei mesi estivi. Il principale è il Salso (144 Km) che taglia a metà tutta l'isola da nord a sud, dalle Madonie fino al Mediterraneo. Il secondo fiume importante è il Simeto chenasce sui Nebrodi ed è arrichito da vari affluenti che scendono dall'Etna. E' lungo 113 Km e ha il maggior bacino idrigrafico:4.169 Km quadrati.Infine il clima che è di tipo mediterraneo lungo le coste con inverni molto miti ed estati calde. Nelle zone più interne e sulle montagne prevalgono i caratteri continentali. La scarsità di pioggie è iun grave problema in molte zone dell'isola, speciedurante l'estate.
...Scoprire la Sicilia è come sfogliare un meraviglioso libro figurato in cui ogni pagina illustra la storia dell'evoluzione del mondo mediterraneo. Pochi paesi hanno subito tante occupazioni: Fenici, Greci, Romani, Arabi, Normanni e Spagnoli hanno creduto di potersi impadronire di quest'isola, vero e proprio ponte di collegamento tra l'Oriente e l'Occidente. Tutti hanno lasciato sul suo suolo tracce imperiture del loro passaggio con monumenti che né i tempi né i cataclismi sono riusciti a cancellare. I Greci vi hanno costruito i più bei templi, i Romani, intere città come Tindari. Gli Arabi hanno saputo trarre profitto da una terra ricca di sorgenti d'acqua per far sbocciare giardini di sogno attorno ai loro palazzi. Le prime testimonianze della presenza dell'uomo in Sicilia risalgono al Paleolitico Superiore come è provato da alcune pitture rupestri; anche la civiltà neolitica ha lasciato numerose tracce con gli utensili di ossidiana. I primi abitanti che si spartirono l'isola furono i siculi nella parte dell'Est e i sicani nella parte dell'Ovest.Origini della Sicilia costiera... nel secolo VIII a.C. inizia la colonizzazione dai Fenici di Cartagirone e dai Greci. ma dei Fenici niente in Sicilia è rimasto, mentre i Greci hanno lasciato molto, e non solo come reperti archeologici. I coloni arrivati dalla Grecia erano agricoltori; erano diventati troppi nella madrepatria, non vi era più terra sufficiente per tutti, e venivano dunque a cercarla in Sicilia. Siracusa, Catania, Messina, Naxos, Gela, le città da loro fondate, erano città contadine, ma avevano anche funzioni commerciali: il fatto che fossero sul mare, in posizione strategiche, sta a dimostrare che esse dovevano in qualche modo controllare le vie del commercio per mare. Ogni città aveva esteso la sua influenza all'interno. Erano indipendenti tra loro e dalla madrepatria, con la quale presto gareggiarono per potenza e splendore. La loro indipendenza fu causa della loro grandezza ma anche della loro rovina. Si trasformò, infatti, in rivalità e poi in aperto conglitto. Siracusa era divenuta la colonia più potente e ambiziosa, tanto da far ombra alla stessa Atene. Il contrasto di Siracusa con Messina fece si che intervenissero i Romani che nel 274 a.C. conquistarono l'isola. ... e di quella interna l'altra Sicilia, quella interna, nasce durante il lungo dominio romano durato fino all'827 d.C.. Non fu un bel periodo per l'isola, per Roma la Sicilia divenne soltanto una colonia interna il cui unico compito era di fornire grano. Il suolo dell'isola fu così sottoposto a uno sfruttamento intensivo che conosceva soltanto l'esportazione del grano; tutto il resto le sarebbe venuto da fuori. Ma non fu soltanto il suolo ad essere sfruttato, le genti dell'isola vissero per secoli in condizioni di miseria. Abbandonarono le città costiere per rifugiarsi nell'interno. La civiltà dei commerci sembrava finita: nasceva una civiltà rurale, fatta di piccole concentrazioni di case circondate dalle campagne.
La Sicilia
araba: un antico splendore che brilla ancora |
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Ma la civiltà dei commerci era destinata a rifiorire con gli Arabi. La conquista araba fu molto lenta e contrastata: durò quasi un secolo, dall'827 al 902. Al contrario dei Romani e al pari dei Greci, i musulmani non dominarono mai completamente l'isola, in quanto la loro influenza, se fu fortissima a occidente, fu fortissima a occidente, fu precaria e superficiale nella zona ionica... Con gli Arabi rinacquero le città, specie Palermo che divenne celebre per la bellezza dei suoi edifici, dei suoi giardini, delle sue moschee. Il suo porto divenne il centro dei commerci del Mediterraneo. Ma accanto ai commerci,rifiorì anche l'agricoltura. La monocultura del grano imposta dai Romani aveva spossato il suolo. Gli Arabi introdussero nuove piante come il limone e l'arancio, il gelso, il gelsomino, il cotone, la palma, la melanzana. Inventarono sistemi di irrigazione che aumentavano la produzione della terra. Il loro influsso è ancor oggi forte: basti pensare alla cucina siciliana, o alla sua attuale agricoltura, intensiva, specializzata e ben articolata tra agrumi e primizie, che deriva direttamente dai giardini arabi. Ma, ancora una volta come era avvenuto con i Greci, la valorizzazione delle particolarità locali condusse alcune città a lottare per sopraffarsi. In questo modo fu facile per i Normanni la conquista della Sicilia.
La Sicilia
normanna |
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Sotto la dominazione araba la Sicilia conosce la sua età dell'oro; le condizioni economiche e sociali migliorano considerevolmente. Ma questa presenza mussulmana, vero ponte tra l'Africa e l'Europa, non è ben vista dal mondo occidentale. Il Papa promette ai normanni, già installati nell'Italia meridionale, la sovranità della Sicilia se essi riusciranno a scacciare gli "infedeli". Il conte Ruggero d'Altavilla con alcuni cavalieri intraprende la liberazione dell'isola. Sotto il regno dei re normanni, Ruggero II, Guglielmo I e Guglielmo II la Sicilia raggiunge l'apogeo sia sul piano materiale che su quello artistico e culturale. I normanni governarono con tolleranza e adottano un modo di vivere inspirato all'Oriente senza tuttavia rinnegare la loro origine cristiana. Guglielmo II non avendo erede diretto dà in sposa la figlia postuma di Ruggero II a Enrico VI di Svezia, figlio di Federico Barbarossa. Enrico VI muore nel 1197, e sua moglie Costanza un anno più tardi, lasciando sul trono un bambino di quattro anni, Federico II, che sarà incoronato nel 1215 ad Aquisgrana. Alla sua morte, avvenuta nel 1250, la Sicilia è coinvolta nella lotta che oppone il Papato all'Impero.
La Sicilia
feudale e quella dei "baroni" |
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Ancora oggi in molti dialetti dell'isola la parola "feudo" serve a designare una grossa proprietà terriera. La trasformazione dell'economia siciliana in regime feudale avviene proprio con i Normanni. A reggere i latifondi sono i "baroni" creati da Ruggero II: e ancora oggi è detto "barone" il proprietario terriero più in vista di ogni paese. Ma feudalesimo non vuol dire di per sé arretratezza. La sapiente amministrazione normanna rispetta e chiama a collaborare tutte le comunità dell'isola: latini, greci, musulmani. Il risultato è un periodo d'oro per la Sicilia, destinato a influire profondamente sulle sue strutture socio-economiche. I guai iniziarono più tardi quando tutta l'economia fu sottoposta a controllo statale e, di conseguenza, la borghesia commerciale che si era arricchita con l'attività dei porti andò in rovina. Con il passaggio sotto gli Angioini di Francia Palermo non fu più capitale: sede del governo era Napoli. Il fatto fu per tutta la Sicilia quasi il simbolo evidente di un declassamento. Ma la sollevazione del 1282, anno della famosa rivolta dei "Vespri Siciliani" (partita da Palermo) che causò il massacro di tutti i francesi, ebbe come unico frutto il passaggio a un'altra dominazione: quella degli Aragonesi. Ma la Spagna è lontana, e a governare l'isola sono in realtà i baroni. Il sistema feudale si rafforza e, mentre in Italia nascono i Comuni e una borghesia cittadina, in Sicilia è la campagna a prevalere sulle città che appaiono sempre più spopolate. La scoperta dell'America contribuì ad aggravare le condizioni dell'isola. Il perno degli interessi spagnoli si andava spostando dal Mediterraneo verso l'Atlantico, e i baroni trasformano i feudi in veri e propri staterelli in cui spesso vige il sopruso contro i contadini indifesi. Il sistema del latifondo ha peggiorato le condizioni dell'agricoltura, e la Sicilia adesso non riesce più a produrre neppure il grano sufficiente alla sua gente. Ma alla fine del Cinquecento anche l'isola viene investita dalla rivoluzione del commercio del grano. I baroni si rendono conto che bisogna produrre di più e vendere meglio. Il risultato sarà da una parte la fondazione di città rurali come Vittoria, Bagheria, Scordia, Menfi, Grammichele, Avola, tutte dall'impianto regolare, geometrico; dall'altra, la nascita di una nuova istituzione: la masseria. Il massaro prende in affitto, pagando in natura, dal barone un pezzetto di terra, in genere il più scomodo, e lo coltiva assoldando dei giornalieri. Rimarrà questa la struttura fondamentale dell'agricoltura siciliana...
A chi appartiene
la Sicilia?... |
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ormai la Sicilia non era più padrona di se stessa. All'inizio del Settecento le potenze europee la destinarono ai Borboni di Spagna. Era una monarchia illuminata, ma trascurava l'agricoltura e non riusciva neppure a dare nuovo vigore ai commerci e alle nascenti manifatture. Del resto, ormai anche i baroni si disinteressavano delle terre: vivevano in città dove spendevano le loro rendite... Non si può dire che le sorti dell'isola migliorarono dopo il 1860.
... la Sicilia italiana il 1860 fu l'anno decisivo del Risorgimento e dell'unità d'Italia. Al nord una serie di guerre e di operazioni politiche portano all'annessione di più stati al Regno di Sardegna. Un gruppetto di democratici, tra cui Garibaldi e Cattaneo, decide allora di accelerare questo processo di unificazione. Garibaldi e Cattaneo scelgono la Sicilia come terreno d'azione, poiché i movimenti rivoluzionari sono particolarmente virulenti nell'isola. A Palermo, si organizza un complotto rivoluzionario per il 4 aprile, ma la polizia informata da una spia arresta tutti i congiurati. Soffocata nella città, la rivolta si sviluppa allora nelle campagne. I 1000 volontari di Garibaldi sbarcarono a Marsala l'11 maggio e infliggono una prima sconfitta alle truppe regolari. Questa spedizione rappresenta una vera speranza per una popolazione, che per parecchi secoli, ha subito le diverse dominazioni straniere. I contadini si batterono per la terra e per il lavoro, e Garibaldi sarà considerato il salvatore. Il 21 ottobre i siciliani scelgono per plebiscito di essere annessi al giovane Regno d'Italia. La Sicilia conosce allora gli stessi problemi del mezzogiorno peninsulare. Roma è lontana. Durante l'ultima guerra, essa spera di diventare il centro di quel "Mare nostrum" sognato da Mussolini, ma il 10 luglio 1943 le truppe anglo-americane sbarcano tra Licata e Siracusa. Il soffio del separatismo passa sulla Sicilia ma il movimento degenera. Nel maggio del 1946,alla Sicilia fu concesso lo statuto speciale di regione autonoma della Repubblica italiana, e il primo parlamento siciliano è eletto nell'aprile del 1947, dando così all'isola una autonomia amministrativa regionale. Poco dopo, la riforma agraria del 1950 ha contribuito a modificare le strutture agrarie; mentre la nascita della Cassa per il Mezzogiorno ha dato impulso alla nascente industrializzazione. Oggi la Sicilia è profondamente cambiata. Ma alcune strutture sociali, fisiche, economiche, psicologiche, linguistiche risalgono a molti secoli fa...
(Stralcio tratto da uno scritto di Leonardo Sciascia)
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